«Sindaco, ma quale turismo vuoi fare qui? Non abbiamo mica il mare!». Una frase. Un istante. La scelta di una vita. Lì, nell’entroterra calabrese, dove tutti vedono solo ciò che manca, qualcuno ha deciso di vedere ciò che può nascere. La storia di chi, cresciuto tra le lezioni di vita del nonno, ha imparato che i miracoli non piovono dal cielo: si costruiscono con le mani, da un piccolo, ostinato, primo passo. E poi un altro. E un altro ancora. Questa è la storia di chi ha smesso di aspettare. Di chi ha capito che i territori “impossibili” aspettano solo qualcuno abbastanza testardo da credere nell’impossibile. Di una terra meravigliosa e difficile che non chiede pietà, ma visione. Perché il Sud non ha bisogno di lacrime o di assistenza. Ha bisogno di chi si rimbocca le maniche e trasforma la rabbia in progetti, i sogni in imprese, le promesse in futuro. «L’inverno… in primavera». Una storia vera. Una rivoluzione possibile. Una passione che non si arrende mai,
perché questa terra merita tutto.




